Svezzamento e frutta: un mondo da scoprire
Quando si pensa a un bambino in svezzamento spesso lo si immagina con un cucchiaino colmo di purea di frutta davanti alla bocca, preferibilmente una bella mela grattugiata o sotto forma di omogenizzato. Questa immagine deriva dalle raccomandazioni che i vecchi pediatri facevano alle famiglie, secondo le quali lo svezzamento andava iniziato obbligatoriamente con la frutta. Non solo: alcune tipologie di frutta erano da prediligere, come appunto la mela, ma anche pera e banana; altre invece dovevano essere escluse dalla dieta del bambino per diverso tempo, come ad esempio kiwi e fragole, perché potenzialmente allergizzanti.
Sarà vero? Rispondiamo ad alcuni dubbi.
Si deve iniziare lo svezzamento con la frutta?
Nessuno studio scientifico ha identificato la frutta come l’alimento migliore da cui partire per introdurre cibo solido nella dieta di un lattante. Offrire la frutta come primo alimento quando si inizia lo svezzamento di un bambino è un’abitudine che si tramanda da generazioni, tuttavia non è una scelta obbligatoria e non è una proposta migliore di altre, anzi.
Ragioniamo insieme.
Con il passare dei mesi i fabbisogni nutrizionali del bambino cambiano, in termini calorici e di micronutrienti, e il latte da solo non è più sufficiente per soddisfarli, per questo motivo è necessario introdurre alimenti complementari al latte nella sua alimentazione. Se paragoniamo il latte (materno e/o formulato) con la frutta vediamo che quest’ultima non apporta maggiori calorie, anzi al contrario.
Inoltre i bambini nascono con una preferenza per il sapore dolce. Secoli e secoli di evoluzione hanno promosso lo sviluppo di una predisposizione per il gusto dolce, perché corrisponde a un cibo zuccherino e quindi densamente energetico: il dolce garantiva la sopravvivenza della specie. Ancora oggi abbiamo la prova di quanto questa preferenza sia forte: appena nato un bambino si attacca al seno materno in cerca di latte. La frutta, soprattutto quella matura, è un alimento zuccherino e in virtù di questa preferenza viene facilmente accettato dai bambini. Nelle prime fasi di esplorazione del cibo i bambini sono predisposti ad assaggiare anche cibi con sapori più intensi, come acido e amaro: è importante sfruttare queste occasioni per introdurre quanti più alimenti possibili nella loro alimentazione.
La frutta deve essere offerta al bambino fin dai primi assaggi, ma come parte di un’alimentazione varia e non come unica proposta.
Quale frutta può essere offerta a un bambino in svezzamento?
Non esiste una tipologia migliore di frutta con cui iniziare lo svezzamento. Ogni bambino, in base al periodo dell’anno in cui viene svezzato, avrà a disposizione una serie di frutti da cui potrà partire con gli assaggi. È solamente la stagionalità dei prodotti che deve fare da guida nella scelta di un frutto piuttosto che di un alto.
Le vecchie credenze secondo cui è necessario partire solamente con mela e banana devono essere superate. Tutta la frutta può essere offerta a un bambino in svezzamento, con alcuni accorgimenti.
- Formato sicuro
La frutta, come qualsiasi altro alimento, deve essere proposta ai bambini in un formato sicuro, in modo da diminuire le possibilità di soffocamento da cibo. Questo significa che è necessario prestare particolare attenzione a forme, dimensioni e consistenze degli alimenti, che devono essere adatte alle capacità dei piccoli svezzanti.
Tutto ciò che ha forma rotonda o cilindrica è pericoloso, quindi frutti come mirtilli, acini d’uva o ciliegie devono essere tagliati in spicchi sottili, oppure sminuzzati. Da evitare poi tutto ciò che ha dimensioni molto grandi, perché il bambino inesperto potrebbe staccare pezzi troppo grossi che non è poi in grado di gestire: anche in questo caso il taglio a bastoncino, strisciolina o spicchio è la scelta migliore. In ultimo la consistenza: in assenza dei molari, quindi fino ai 18 mesi circa, le consistenze degli alimenti devono essere morbide, in modo da poter essere masticate e schiacciate anche senza denti. È da preferire la frutta matura (banana, kiwi, albicocca) oppure cotta (mela, pera), in alternativa queste ultime possono essere affettate a fettine molto sottili.
- Attenzione alle allergie
Altro problema legato alla frutta, come a qualsiasi altro alimento in realtà, è la possibilità che questa possa scatenare reazioni allergiche. Le allergie sono reazioni del sistema immunitario nei confronti di determinati antigeni, ovvero di sostanze che vengono riconosciute come patogene e quindi non tollerate. Un tempo si pensava che il ritardare l’introduzione di alimenti potenzialmente allergizzanti nella dieta di un bambino avesse un ruolo protettivo nei suoi confronti.
Al contrario, gli studi scientifici più recenti hanno dimostrato che l’esposizione precoce del bambino agli allergeni alimentari può ridurre la probabilità di sviluppo di una futura allergia. Per ogni nuovo alimento che presenta allergeni alimentari è importante partire con piccolissime quantità per volta e osservare il bambino nelle due o tre ore che seguono il pasto, sarà importante per valutare la comparsa di eventuali reazioni dopo il loro consumo.
- Varietà di gusto
Ultimo accorgimento, ma non per importanza, è l’attenzione alla tipologia di gusti proposti, che deve essere il più varia possibile. Limitarsi a frutti dal sapore dolciastro e zuccherino, come pera e banana, significa perdere una buona occasione per esporre il bambino a una moltitudine di sapori diversi in una fase in cui è naturalmente spinto ad accettarli. Come abbiamo visto, nelle prime fasi di esplorazione alimentare infatti i bambini sono maggiormente propensi ad assaggiare cibo e a sperimentare sapori diversi. Esporli fin da subito a una varietà di alimenti farà sì che amplieranno la gamma di sapori accettati. Questo è molto importante soprattutto in vista delle future fasi di selettività alimentare e della minore predisposizione ad assaggiare nuovi alimenti. Via libera allora anche a frutta dal gusto più acido e pungente come ad esempio agrumi, prugne e kiwi.
Meglio la frutta fresca o gli omogeneizzati in svezzamento?
Il modo migliore per offrire la frutta a un bambino, ma vale anche per gli adulti, è sceglierla di stagione, possibilmente locale e biologica.
In commercio esistono diverse tipologie di prodotti a base di frutta, come omogeneizzati, puree e mousse. Nonostante possano sembrare paragonabili alla frutta fresca, le differenze sono diverse. Gli omogeneizzati, e più in generale le preparazioni industriali destinate all’infanzia (baby food), hanno caratteristiche standard. Le consistenze sono estremamente lisce e omogenee, i sapori sempre uguali e tendenzialmente molto dolci. Al contrario la frutta ha sapori sempre diversi, che cambiano in base al grado di maturazione e all’eventuale cottura. Se un bambino si abitua al gusto delle preparazioni industriali farà molta fatica ad apprezzare gli alimenti freschi, poiché avranno gusti diversi da quelli che è in grado di riconoscere e accettare.
Gli omogeneizzati sono comodi e versatili e il loro utilizzo sporadico può facilitare la vita ai genitori in diverse occasioni. Quando possibile è sempre meglio preferire le frutta fresca opportunamente tagliata, sminuzzata o schiacciata.