Inappetenza estiva nei bambini.
Tutto quello che devi sapere per gestire i pasti estivi di tutta la famiglia.
Cercando inappetenza sul dizionario si legge questa definizione: mancanza di appetito, abituale o passeggera. Ma perché spesso si verifica questa condizione di inappetenza estiva nei bambini? Perché con i primi caldi smettono di mangiare? È normale o bisogna preoccuparsi? Continua a leggere per trovare tutte le risposte che cerchi.
Che cos’è l’inappetenza e come funziona?
Con il termine inappetenza si intende una forte riduzione dell’appetito, che può arrivare fino a una totale mancanza del senso di fame. Questa condizione può essere momentanea, poiché legata a un particolare stato fisico o emotivo passeggero, oppure permanente, dovuta a condizioni patologiche più gravi.
Nella vita di un bambino possono presentarsi diversi periodi di inappetenza e le motivazioni che li innescano possono essere numerose. Vediamo quali sono le cause più frequenti:
- Dentizione: il processo che porta alla crescita dei denti può essere estremamente fastidioso per alcuni bambini; oltre a dolore, gonfiore e arrossamento delle gengive, in questo periodo ci possono essere altri sintomi come aumento della salivazione, irritabilità e appunto inappetenza. Non è detto che per ogni nuovo dente la reazione sarà sovrapponibile, in termini di durata e intensità, tutto normale!
- Vomito, nausea o malessere generale: qualsiasi alterazione dello stato di salute si riflette sull’appetito del bambino e può determinare una temporanea mancanza di fame durante la giornata. In questi casi, più che sulla mancanza di cibi solidi, sarebbe meglio concentrarsi sul consumo di liquidi, per evitare la disidratazione. Quando il corpo avrà debellato l’infezione l’appetito tornerà quello di sempre.
- Nascita di un fratello o di una sorella, inizio dell’asilo o cambio scuola, trasloco: questi sono tutti eventi che possono avere un impatto psicologico importante sul bambino; in molti casi tra le conseguenze di situazioni simili vi sono alterazioni nelle abitudini alimentari, che possono sfociare anche in una dieta squilibrata o addirittura nel rifiuto di mangiare. Rassicurazioni, accoglienza e vicinanza sono le strategie migliori per ristabilire la normalità.
Nella maggioranza dei casi queste situazioni sono transitorie e si esauriscono in un lasso di tempo breve. Se dovessero prolungarsi e diventare abituali è importante rivolgersi al pediatra di riferimento per escludere condizioni patologiche di fondo.
Inappetenza estiva nei bambini: perché?
Un’altra condizione che può determinare un calo del senso di fame nei bambini è sicuramente il caldo: quando le temperature si alzano l’appetito diminuisce.
In questo caso l’inappetenza è giustificata dal fatto che d’estate l’organismo necessita di minori quantitativi di energia per funzionare al meglio. Le motivazioni legate al risparmio energetico sono due:
- il corpo, grazie a fini meccanismi di termoregolazione, mantiene stabile a 36/37°C circa la sua temperatura, indipendentemente dalle condizioni climatiche esterne. Questo significa che d’inverno, quando la temperatura ambientale è bassa, il corpo brucia energie per scaldarsi, mentre d’estate avviene il processo opposto. Rispetto a quella necessaria a scaldarsi in inverno, l’energia che il corpo spende per raffreddarsi d’estate è minore;
- il corpo riduce i quantitativi di energia spesa per il movimento, con il caldo infatti ci si muove meno, quindi si consumano meno energie rispetto ad altri periodi dell’anno.
I bambini rispondono in modo più preciso a questa diversa necessità energetica, grazie a un migliore meccanismo di autoregolazione. È normale quindi che i bambini d’estate mangino un po’ meno.
L’inappetenza dovuta ai primi caldi è transitoria e non deve preoccupare eccessivamente i genitori. Piuttosto che forzare, inutilmente, il bambino a mangiare è meglio agire d’anticipo e mettere in atto alcune strategie.
Inappetenza estiva nei bambini: cosa fare?
È tendenza comune a molti genitori quella di scambiare comportamenti fisiologici del bambino per situazioni problematiche. L’inappetenza estiva non fa eccezione. Nonostante l’improvviso rifiuto di un pasto non sia un comportamento abituale, questo non deve spaventare: si tratta di una condizione transitoria.
Insistere perché finiscano tutto ciò che hanno nel piatto e forzarli a mangiare anche quando dicono di non volere niente è inutile e controproducente. Ecco alcuni consigli pratici per contrastare l’inappetenza:
- L’appetito potrebbe essere maggiore nelle prime ore della giornata, quando le temperature sono più basse. In questo caso offrite una colazione fresca e abbondante: è un’ottima strategia per fare il pieno di energie e consumare almeno un pasto completo. Gli elementi da preferire sono ad esempio latte vaccino o bevande vegetali non zuccherate, yogurt bianco intero o vegetale, frutta fresca e frutta secca, pane comune, cereali semplici (come fiocchi di mais o d’avena, o anche cereali soffiati come farro, riso e miglio). Un’ottima idea sono frullati a base di latte/yogurt, con frutta fresca e crema di frutta secca: deliziosi da bere e nutrienti.
- L’ora di pranzo coincide con il momento più caldo della giornata, proporre piatti freschi e leggeri è la strategia migliore per invogliare un bambino ad assaggiare quello che ha nel piatto. Proponete sempre pasti completi, anche se in questo periodo il vostro bambino tende solo a spiluccare. In questo modo mettete a sua disposizione una buona varietà di alimenti tra cui scegliere. Cercate di seguire le sue preferenze: ad esempio se apprezza particolarmente le insalate di riso puntate su quelle; variate di volta in volta il tipo di condimento e provate magari a proporre anche insalate con altri cereali in chicco. Ricordate: offrite piccole porzioni per volta, invogliano di più all’assaggio un bambino che manifesta poco appetito.
- Se i pasti principali sono scarsi offrite merende più sostanziose, a patto che siano ricche di cibi freschi e semplici, come: pane, frutta fresca, verdura cruda, cereali, yogurt, ma anche frullati, gelati e granite fatti in casa. È vero che una merenda eccessiva può squilibrare la giornata alimentare, ma non sarà l’eccezione di un mese a compromettere le buone abitudini a tavola. Seguite l’appetito del bambino, anche se è leggermente sballato rispetto a quello del resto dell’anno: ricordiamoci che questa fase di inappetenza è transitoria. Una volta terminata è possibile tornare alle vecchie abitudini.
- Potrebbe succedere che per alcuni giorni il bambino abbia uno scarso appetito e per questo segua un’alimentazione sbilanciata, perché magari desidera mangiare solo frutta. Se l’abitudine è sporadica e legata a giornate di grande caldo o particolarmente stancanti per il bambino, non succede niente. Assecondate il suo desiderio, senza forzarlo a consumare un pasto completo, tuttavia mettete a sua disposizione anche piccole porzioni di cereali. Una volta iniziato a mangiare l’appetito potrebbe crescere. Potete offrirla in diversi momenti della giornata: colazione, spuntini e pasti principali sono tutte ottime occasioni per un po’ di frutta fresca.
- Ricordatevi l’acqua. Fondamentale tutto l’anno, d’estate ancora di più, è importante consumare acqua non solo ai pasti, ma durante l’arco della giornata. In particolare è bene spronare i bambini a bere, anche quando non hanno lo stimolo della sete. Per invogliarli a bere di più è una buona idea preparare delle sfiziose acque aromatizzate con frutta ed erbe aromatiche. Alcuni ottimi abbinamenti sono: pesche e rosmarino, lime e menta, anguria e basilico. Da evitare, o consumare con moderazione, succhi di frutta, thè, bevande gassate e altre bibite: a differenza dell’acqua non dissetano.
- In generale evitate piatti caldi, troppo elaborati o molto conditi, come ad esempio brodi, zuppe o minestroni, sughi e ragù a base di carne, fritti, condimenti molto unti a base di uova o formaggi, stracotti, brasati e spezzatini. Non si prestano ad essere consumati con piacere quando fuori ci sono 40°C e sono più difficili da digerire. Al contrario, prediligete piatti semplici e poco conditi, adatti a essere mangiati tiepidi o addirittura freddi: come ad esempio insalate di pasta o altri cereali in chicco, sughi e pesti a base di verdure, creme di legumi, bruschette e zuppe fredde.